1° Contest di Scrittura

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  1. keleyo
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    E' tempo di partecipare al contest di scrittura!

    Vi ricordo le poche e semplici regole:

    Ogni racconto deve presentare un titolo, a destra della dicitura [Contest di scrittura] e non può superare il limite dei 5000 caratteri -titolo non compreso-, che verranno analizzati attraverso il test del Letter Count. Per verificare che i racconti rispettino il limite vi invitiamo quindi a usarlo per il controllo del vostro racconto (prima di postarlo) e in caso di problemi a scrivermi preventivamente. Il vincitore del Contest decide il tema del Contest successivo, ma non può partecipare, anche se è, come sempre caldamente invitato a donare un suo scritto sul tema proposto. Si possono proporre massimo due scritti differenti per partecipante, in base a questi poi la giuria sceglierà quale sia il migliore :).

    Il tema di questo contest è:

    La solitudine
    Scrivere una storia creativa (che non riguardi per forza i pokémon) riguardo al tema proposto, analizzandolo sotto vari aspetti.


    Alcune citazioni per ispirarvi...

    CITAZIONE
    La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista.
    (Bernardo Bertolucci)

    Ci sono giorni in cui la solitudine è un vino inebriante che ti ispira libertà, altri in cui è un tonico amaro, e altri ancora in cui è un veleno che ti fa sbattere la testa contro il muro.
    (Colette)

    Mi fa troppo piacere che tu sia qui. Vorrei quasi gustarmelo in solitudine.
    (Carlo Gragnani)

    Il contest chiude il 25 Settembre! Avete tempo per postare fino a quel giorno, dopo di che il contest chiuderà e avrete i risultati.

    In palio fantastici premi!
     
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    Ma lo scritto va postato in questa stessa discussione?
     
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  3. keleyo
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    Si.
     
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    Proviamoci dai. Ecco il mio scritto.

    [Contest di scrittura]La nidiata

    Sono stato ad osservare una nidiata sul ramo dell’albero di casa e ho immaginato come fosse essere uno di quegli uccellini appena nati.
    All’inizio si vive nella quasi totale cecità. Avverti del liquido che ti avvolge e non hai sentore di essere in uno spazio chiuso molto piccolo finché il tuo becco non si scontra con una superficie solida. Avviene allora che, d’improvviso, acquisisci quel desiderio, quasi claustrofobico di liberarti da quella pastoia e comprendi d’istinto che è grazie al tuo becco che riuscirai a farlo. Avverti le prime crepe, il primo fascio di luce che vi filtra attraverso e il respiro del mondo che ti accoglie quando con l’ultimo sforzo sei finalmente fuori.
    Di colpo, la solitudine appena vissuta, quasi scompare sostituita dalla curiosità del vociare dei tuoi fratelli che riconosci immediatamente, perché simile al tuo.
    Ma è il tepore che senti di lì a poco la tua vera conquista. Viene da qualcosa, o qualcuno per meglio dire, molto più grande di te, che però ai tuoi occhi inizialmente è un estraneo. Pur non riuscendo a guardarlo vividamente, da pochi gesti suoi, intuisci che è lì per proteggerti e nutrirti, fino ad imboccarti, sincerandosi della tua salute.
    Nelle notti, il tepore del suo piumaggio ti scalda ed è lì che inizi a dare un “volto” al tuo protettore, riconoscendolo dal suo odore inconfondibile che riconosceresti fra mille.
    I giorni passano e il tuo protettore deve di volta in volta abbandonarti per più tempo perché il cibo che bastava prima, ora non è più sufficiente. Avverti il suo distacco e vivi emozioni forti contrastanti vivendo nella costante che forse un giorno non tornerà, non sai mai dire con certezza quando lo rivedrai.
    I giorni diventano settimane, le settimane mesi e il cambiamento nel tuo corpo è repentino, finché un giorno il tuo protettore non torna per davvero. Inizi a piangerne la perdita, ma in quell’istante lo senti rispondere per cercare di calmare te e i tuoi fratelli. Dal nido non puoi vederlo. E in quel momento inizi a prendere consapevolezza che sei tu a doverlo raggiungere stavolta.
    Tutt’ad un tratto, nonostante tu sia coi tuoi fratelli, hai la percezione che l’unico modo per ricongiungerti al tuo protettore sia di volare via come ha fatto lui ogni qualvolta ti ha nutrito. La fisionomia del tuo corpo è nata per questo passo, ma è qualcosa di totalmente nuovo e incerto, e la cosa ti spaventa. Ti appelli ad ogni fibra di paura urlando e strepitando per cercare di richiamare il tuo protettore, finché non comprendi che non hai scelta se vuoi sopravvivere, e per farlo, devi raggiungere quella voce rassicurante che è ancora lì ad aspettarti, ma che vuole sia tu a raggiungere lei.
    Ci vuole del tempo, tanto ho poco sei tu a deciderlo, ma alla fine la paura cessa di tenerti avvinghiato alla tua condizione di solitudine, si trasforma in coraggio e il nido diventa oramai solo d’intralcio.
    Alcuni dei tuoi fratelli sono già scomparsi, altri gridano ancora speranzosi di veder tornare il loro protettore ed in quegli attimi, prima del vuoto, ti senti completamente solo, senza alcuna certezza se non quella di volerti aggrappare a questa vita con ogni fibra del tuo essere, nonostante le conseguenze che seguiranno la caduta.
    Ti lanci. E colmo di paura, fai l’unica cosa che è nella tua natura fare. Sbatti le ali finché non atterri, ma lo fai quasi senza dolore, planando, attenuando un po’ la caduta.
    Il protettore vi riporta al nido uno alla volta, prodigandosi per farlo nel più breve tempo possibile. E di nuovo ti chiama a se, a ritentare la planata, finché non avviene naturalmente che tu riesca a librarti in volo, anche solo per pochi attimi, grazie ad una corrente d’aria. Trascorre del tempo, ma essenziale perché la paura del volo si trasformi in libertà.
    E quando accade, provi un nuovo tipo di solitudine, ma comprendi anche che il tuo volo è espressione della natura e che solo ora, il tuo mondo, non ha confini che tu non possa raggiungere. Migrerai verso i paesi più caldi se la natura te lo chiederà, ti unirai ad uno stormo se incontrerai dei tuoi simili. Ed è nell’incontro con essi, che un giorno, capirai di essere pronto per diventare tu stesso protettore di qualcuno.
    Ti prenderai cura delle piccole vite che hai messo al mondo e che senza di te non potrebbero sopravvivere. Ti preoccupi dapprima di costruire un giaciglio robusto e riparato, che sappia resistere alle intemperie e non si sfaldi al peso che dovrà sopportare. Con un preciso lavoro, da far impallidire anche un ingegnere e armato solo di becco, realizzi un rametto alla volta, il tuo e il loro rifugio. Tieni calde le uova finché non sono pronte per schiudersi. E quando lo fanno, il tuo sforzo più grande è cercare di tenere in vita te e loro, cacciando sempre per più ore, in una solitudine angosciante al pensiero fisso dei tuoi piccoli in pericolo senza di te.
    E in ultimo doni la libertà che è stata data a te, insegnandogli a volare. E a comprendere che la solitudine può essere anche espressione di libertà.

    Edited by valérien - 12/9/2015, 23:50
     
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    Ecco il mio, in zona "cesarini"

    [Contest di scrittura]Droga e solitudine.

    Quella di Walter è una storia di cui si sta parlando molto, forse troppo, in questi ultimi giorni. Una storia triste, fatta di solitudine e brutte frequentazioni. Era il fratello del celebre cantante pop Jon White, ed è morto a Las Vegas, nella notte fra il 5 e il 6 luglio 2015, sdraiato da solo sotto un porticato di un palazzo. Non era una senza tetto, aveva una casa, e sicuramente non aveva problemi economici. Era li, esanime sul pavimento di questo porticato in stile liberty poiché lo avevano lasciato da solo le due persone che erano insieme a lui. Era stato colto da un malore improvviso. Questi, che fatichiamo a chiamare amici, erano con lui fino al momento malore, quando invece che aiutare Walter decisero di scappare, senza neppure chiamare i soccorsi e lasciandolo così, a terra in una calda notte estiva. Dopo alcuni giorni di indagini da parte della polizia scientifica si è giunti alla conclusione che l'uomo poteva essere salvato, sarebbe bastato chiamare il 911 per fargli ricevere le cure urgenti di cui avrebbe avuto bisogno. Per fortuna il porticato di questo palazzo era sorvegliato con delle apposite telecamere di sicurezza, che hanno permesso agli agenti della polizia di risalire ai due uomini che sono stati immediatamente accusati di omissione di soccorso. Speriamo quindi che la giustizia faccia il suo compito, e che queste persone paghino per il loro comportamento vigliacco. Questo però non porterà indietro Walter. La sua è stata una vita difficile. Era appena tornato in quella che era la sua città natale, dopo che aveva trascorso gli ultimi giorni in un importante centro di recupero in Europa. Aveva problemi con la droga, ed era già la seconda volta che cercava di superare la sua dipendenza. Le sue prime esperienze con la droga risalgono all'adolescenza, quando probabilmente per cercare una via di fuga dalla sua solitudine aveva iniziato ad assumere droghe leggere. Infatti, a soli 12 anni, i suoi genitori morirono in un incidente stradale e lui e suo fratello furono affidati ai nonni materni. Jon riusci a superare il trauma, forse anche grazie alla sua musica, ma suo fratello non ci riusci mai. Era considerato un giovane problematico. I nonni probabilmente non erano in grado di capire il suo malessere interiore, e sentendosi solo e incompreso a 15 anni decise di scappare di casa. Andò a vivere da solo in chissà quale angolo della periferia, lui e la sua droga. Da quando i genitori erano morti non riusciva più a instaurare rapporti con le persone, e aveva una sensazione di solitudine che il tempo non faceva altro che aggravare. Il successo del fratello per lui fu il colpo di grazia. Le persone che si avvicinavano a lui si rivelavano con il tempo semplicemente opportuniste, e nemmeno minimamente interessate a lui, lo vedevano solo come un tramite per arrivare al famoso fratello minore. Questo illudersi di aver finalmente trovato qualcuno non faceva altro che peggiorare la solitudine e i dolori di uomo che viveva ormai da anni da solo Jon cercava il più possibile di aiutarlo a risolvere i suoi problemi di dipendenza, ma con scarso successo. Più soldi gli dava per vivere e più soldi spendeva in droga. Fu lui a pagargli i due soggiorni nella clinica di recupero, soggiorni che si sono purtroppo rivelati inutili. Ormai la droga era diventata la sua medicina per combattere la solitudine.
    Quella di Walter è la storia di uomo solo, che non è riuscito a trovare qualcuno che capisse il suo malessere interiore. La dimostrazione di come la solitudine sia capace di erodere da dentro una persona; una solitudine che ti fa compiere le scelte sbagliate e che nei casi più duri, come questo, ti uccide. Forse sarebbe bastato comprendere il malessere derivante dalla sua situazione, ma così, sfortunatamente, non è stato.
     
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  6. keleyo
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    Chiudo! Domani avrete i risultati. :)
     
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  7. keleyo
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    Riapro, con larghissimo ritardo, per definire i vincitori.

    1. valerien
    2. Wall White

    1° posto: shiny liv 5 (a scelta, escluso fossili, leggend)+ strumento raro (no miraggio, fossili, flauto bianco, cambio-forma)
    2° posto: strumento raro(no miraggio, fossili, flauto bianco, cambio-forma).


    nell'attesa sono stati anche coniati i banner per celebrare la vittoria! al prossimo contest di scrittura vi aspetto in più numerosi

    j4dA7Q9

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    Posso ritirare una creta luce? La cosa che preferisco comunque è il banner :Q__ Lo posso mettere in firma, vero?
     
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  9. keleyo
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    confermo creta luce, naturalmente puoi mettere il banner in firma, è fatto apposta :P
     
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    Allora ritiro e metto in firma :D Complimenti ancora per il banner ^^
     
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9 replies since 3/9/2015, 12:22   259 views
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